Cybersecurity nelle PMI

Tabella dei Contenuti

Le tendenze e le best practice per gli IT Manager nel 2025

Nel nuovo anno la Cyber Security diventa una questione ancora più impellente, con dati che delineano un panorama sempre più ampio e complesso.

Questo fenomeno è certamente alimentato dall’inarrestabile progresso tecnologico, che se da un lato offre grandi opportunità, dall’altro fornisce a organizzazioni e cybercriminali strumenti sempre più avanzati per orchestrare attacchi di vasta portata, con conseguenze sempre più gravi.

Concentrandoci sulle PMI, un dato ci allerta particolarmente: nel 2024, e ancora nel 2025, gli esperti parlano di un sostanziale divario nella distribuzione delle risorse per la sicurezza IT tra grandi aziende e PMI.

Quest’ultime hanno spesso a disposizione un budget limitato e talvolta l’errata convinzione di non essere nel mirino dei cybercriminali in ragione delle loro dimensioni aziendali ridotte. Ma le statistiche ci mostrano tutt’altro: sarebbero proprio le PMI, a livello nazionale e globale, le principali vittime di attacchi informatici a causa dell’adozione di misure di sicurezza poco adeguate e spesso blande.

Al tempo stesso, report e dati mostrano un aumento nel grado di consapevolezza del problema da parte delle piccole e medie imprese. In effetti, come riporta Confindustria nel suo Rapporto Cyber Index PMI, nel 2025 il 31% delle PMI considererà la Cyber Security come la principale area di investimento.

Nel nostro articolo esploriamo le principali tendenze del 2025 in ambito di Cyber Security e le migliori strategie che gli IT Manager possono mettere in pratica per trasformare le sfide in opportunità.

Trend e previsioni del 2025

Come si sarà compreso, il nuovo anno si preannuncia come un momento di svolta in ambito di sicurezza informatica.

Da un lato gli attacchi diventano sempre più sofisticati e diversificati, dall’altro si assiste a un’attuazione concreta del quadro normativo nazionale ed europeo, con l’entrata in vigore di nuove leggi e del Decreto NIS – 2, con il quale si vuole rafforzare la resilienza e la sicurezza delle imprese contro le crescenti minacce informatiche.

Prendiamo, ora, in esame gli attacchi. Le informazioni e le previsioni al riguardo ci descrivono un contesto di sempre maggiore sofisticazione e quantità degli attacchi stessi, dove l’Intelligenza Artificiale è e sarà la protagonista indiscussa con il doppio ruolo di strumento di difesa e di attacco al tempo stesso. Sarebbe proprio grazie all’AI che la cyber criminalità potrà affinare la “qualità” e la pericolosità degli attacchi, che arriveranno ad un livello di personalizzazione mai raggiunto fin ora.

Saranno in aumento anche gli attacchi “a lungo termine”, i cosiddetti APT ( advanced persistent threat), capaci di operare lateralmente, studiando e ottenendo l’accesso alla rete bersaglio e garantendosi dall’interno un punto d’ingresso stabile e sicuro nel tempo.

Assisteremo, poi, all’evoluzione e a un perfezionamento generale del ransomware, con il quale gli attaccanti non si limiteranno più a criptare dati, ma minacceranno anche di renderli pubblici sotto richiesta di riscatti e minacce.

Un altro punto nevralgico della Cyber Security nel 2025 è rappresentato dalle API (Application Programming Interfaces), spesso meno protette rispetto ad altre componenti dell’infrastruttura IT e, dunque, considerate bersagli facili, molto ambiti dalla criminalità informatica per l’enorme quantità di dati che gestiscono ed espongono.

Come agire?

A questo punto, avremo già compreso la complessità del quadro. Ma come difendersi? Quali sono le nostre possibilità di fronte a così tanta sofisticazione?

Come in altri ambiti, anche nella sicurezza informatica vale la regola generale del conoscere e prevenire. In altre parole, il primo step da portare a compimento è quello di acquisire conoscenza e consapevolezza del contesto, per poi mettere in atto misure adeguate e preventive, capaci di ridurre drasticamente la possibilità di subire un attacco.

In questo contesto la figura dell’IT Manager risulta cruciale, nonché imprescindibile.

Considerando che l’errore umano continua ad essere la porta d’accesso principale per queste organizzazioni criminali, è fondamentale portare avanti una politica di formazione continua del personale, che potrà acquisire consapevolezza e conoscenza delle giuste procedure, garantendo continuità alla sicurezza IT aziendale.

Un’altra delle migliori pratiche da mettere in atto nel 2025 riguarda l’implementazione di un modello Zero Trust, che prevede di applicare il principio “never trust, always verify” per ogni accesso alle risorse aziendali. Si tratta, in altre parole, di un modello in cui ogni richiesta di accesso è trattata come se provenisse da una rete non sicura e quindi sottoposta a rigorosi controlli. Ad oggi, rappresenta il modello più sicuro, dove ciascuna interazione con le risorse aziendali viene controllata in tempo reale e dove gli utenti dispongono solo dei permessi minimi necessari, riducendo l’esposizione a minacce.

Intelligenza Artificiale

Come abbiamo già accennato, nel nuovo anno il ruolo dell’IA sarà tanto importante quanto delicato. L’utilizzo di queste tecnologie da parte della criminalità informatica è indiscutibilmente in crescita esponenziale. Siamo dinanzi ad un equilibrio sottile, che da un lato vede accrescere il potenziale dannoso dei cyber attacchi, mentre dall’altro la possibilità di farvi fronte in modo più semplice, sicuro e adeguato. In altre parole, il mezzo migliore per far fronte all’Intelligenza Artificiale è l’Intelligenza Artificiale stessa.

Ad oggi, gli IT Manager, e più in generale aziende ed imprese, possono contare su diversi sistemi di sicurezza potenziati da modelli di machine learning che permettono di effettuare un monitoraggio proattivo del traffico di rete e di rilevare comportamenti anomali in tempo reale. Ma non solo: l’IA permette anche di automatizzare la risposta ad attacchi ed incidenti, eseguendo azioni di contenimento come l’isolamento delle risorse compromesse o persino ripristinare i dati in caso di ransomware.

Nell’ottica di un’azione preventiva, l’intelligenza artificiale risulta un’arma imprescindibile grazie alle sue capacità previsionali. Semplificando il tutto, possiamo dire che l’IA, utilizzando grandi quantità di dati storici, è in grado di identificare gli schemi indicativi di un possibile attacco futuro e suggerire le azioni preventive da intraprendere.

Ancora, il rilevamento di malware e ransomware può essere ottimizzato e implementato attraverso soluzioni IA che, sfruttando il cosiddetto deep learning, possono identificare caratteristiche comuni nei file e segnalarli come sospetti, anche se il malware è nuovo o ancora sconosciuto.

Un’ulteriore best practice, adottata da sempre più PMI, è quella di affidarsi alla Cybersecurity-as-a-service (CaaS), esternalizzando così le proprie esigenze in ambito di cyber security e affidandole a un fornitore terzo specializzato. Questo modello permette di ottenere soluzioni scalabili e altamente personalizzate, senza la necessità di mantenere un’infrastruttura complessa in-house e quindi abbattendone i relativi costi. Alla luce di quanto sta accadendo, questa sembrerebbe essere la soluzione migliore in termini di efficacia e di risparmio economico. Senza contare che la Caas permette alle aziende di garantire senza alcuno sforzo la conformità alle normative sulla sicurezza dei dati, come il GDPR o altre leggi regionali o settoriali.

In sintesi

Nel 2025 gli attacchi informatici amplieranno il loro raggio d’azione, la loro efficacia e il loro potenziale dannoso e lo faranno sfruttando le tecnologie AI più sofisticate.

Difendersi è possibile. Adottare un approccio proattivo, formare il proprio team, sfruttare la stessa Intelligenza Artificiale e collaborare con un partener specializzato permette di ottenere una sicurezza continua e potente.

Ready Digital da anni supporta le piccole e medie imprese italiane nella lotta alla criminalità informatica con soluzioni AI-based semplici ed efficaci.

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